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mercoledì 25 giugno 2008

Biocarburanti in Kenya

La decisione del Kenya di puntare in modo massiccio sulla canna da zucchero per produrre biocarburanti rischia di essere un disastro per la biodiversità. A denunciarlo è la Britain's royal society for the protection of birds, secondo la quale a essere minacciate saranno oltre 350 specie di uccelli, pesci, mammiferi e rettili.Il governo del Paese africano ha deciso di consentire la conversione in coltivazioni di canna da zucchero di oltre 207 mila chilometri quadrati dell'area - di grande importanza naturalistica - che si sviluppa attorno al delta del fiume Tana. "Questa decisione è una catastrofe nazionale - ha detto Paul Matiku, dell'associazione Nature Kenya - e provocherà la devastazione della zona, oltre a mettere in pericolo il sostentamento delle popolazioni locali e a dare un duro colpo al turismo".Gli esponenti del governo keniota hanno per il momento preferito evitare ogni commento. Ancora una volta, comunque, i biocarburanti sono al centro della polemica. Molti sono infatti fortemente contrari al loro sviluppo, ritenendolo foriero di danni di gran lunga superiori ai benefici.

sabato 16 febbraio 2008

In dirette dal Kenya

È passato oltre un mese dalle elezioni presidenziali in Kenya, e mentre la crisi politica non si è ancora risolta, le violenze continuano. Nigrizia lancia un filo diretto con il Kenya, con articoli e testimonianze che arrivano direttamente da Nairobi.
http://www.nigrizia.it/

martedì 16 ottobre 2007

Naomi nel mirino degli ecologisti in Kenya

KENYA - Il progetto di un albergo con tanto di casinò annesso mette a rischio un santuario per le tartarughe in Kenya. Assieme a Flavio Briatore (57) la Venere nera Naomi Campbell (37) intende costruire un lussuosissimo complesso alberghiero a Malindi, sulla costa dello stato dell'Africa Orientale. Ma l'idea non sembra piacere affatto alla popolazione locale; associazioni ambientaliste e abitanti della zona sono saliti sulle barricate. Le spiagge sono «straordinarie» e le persone «semplicemente deliziose», ha detto la top model britannica durante le sue recenti vacanze africane al giornale locale «The Standard». Ciò nonostante la signora Campbell non sembra riscuotere molte simpatie in Kenya. Al contrario, a causa dei suoi piani per la costruzione di un controverso casinò extra-lusso a sei stelle è finita ora nel mirino degli ecologisti e degli animalisti.

HOTEL ESCLUSIVO - «Vogliamo costruire un albergo per le persone top del pianeta», aveva detto la Campbell qualche settimana fa presentando la joint venture assieme all'illustre ex boyfriend Flavio Briatore. L'hotel, che porterà il nome di «Billionaires Resort», come il più celebre complesso smeraldino, dovrebbe sorgere a Malindi – località di mare sull'Oceano Indiano divenuta negli ultimi anni la meta preferita di molti vip. Secondo il progetto, depositato presso le autorità locali nell'agosto scorso, la struttura ricettiva conterebbe quaranta appartamenti e un casinò, per un costo totale che si aggira sui 150 milioni di euro. Il manager della Formula 1 possiede peraltro già un altro hotel in zona, il «White Elephants», sulla costa della cittadina.

MINACCIA PER LE TARTARUGHE - Ecologisti e residenti si sono fin da subito dichiarati contrari al progetto. La causa: le rare tartarughe che depongono le uova. L'edificio sorgerebbe infatti proprio di fianco alla riserva naturale nella baia di Watamu, dove tre diverse specie di tartarughe – quella verde, quella embricata e la tartaruga ulivacea - depongono le uova in buche sulla spiaggia. Altre due specie di tartarughe, nella migrazione verso le Maldive e le Seychelles, si fermano proprio nella baia keniana. «L'hotel è un pericolo per le tartarughe locali», dice Athman Seif, a capo dell'associazione ambientalista «Malindi Marine Association». Inoltre, aggiunge Seif, «distruggerebbe anni di attento lavoro per la protezione di queste specie e, come se non bastasse, violerebbe altresì il piano regolatore». «Se passa questo progetto ci saranno gravi conseguenze: il rumore, le luci e i turisti che passeggiano sulla spiaggia sono elementi di pericolo per le piccole tartarughe. Alla schiusa, che avviene durante la notte, le piccole tartarughe possono essere facilmente disorientate dalla luce artificiale e dal baccano del casinò» L'iniziativa non viene vista di buon occhio nemmeno dai vicini di casa di Briatore in Kenya: un gruppo di residenti (benestanti), temono per la tranquillità e la bellezza del litorale di sabbia bianca. «Questo progetto è per tutti noi una brutta notizia. Siamo assolutamente contrari. Il nostro litorale sta diventando una lunga linea di cemento", l'accusa di Terry Hill, a capo dell'associazione dei residenti di Malindi-Sud. "Siamo una piccola città; abbiamo già un casinò e non ce ne serve un altro", dice. "Generalmente non siamo contrari alle opportunità di sviluppo e d'impiego per la popolazione locale, in una zona dove i più vivono sotto la soglia di povertà, però vogliamo uno sviluppo turistico qualitativo e sostenibile, che abbia un minimo impatto sull'ambiente", dice invece Stephen Trott, direttore di "Local Ocean Trust", un'altra associazione creata per la tutela di quell'area. Attualmente sono in corso le normali procedure di verifica, che comportano anche uno studio dell'impatto ambientale. Queste possono richiedere diversi mesi, se non addirittura anni.

Elmar Burchia
15 ottobre 2007

Fonte: http://www.corriere.it/

sabato 13 ottobre 2007

Right Livelihood Awards 2007...il "Nobel alternativo"

Quest’anno parte dei 220 mila euro messi a disposizione dal Right Livelihood Awards andranno a Dekha Ibrahim Abdi, donna keniana che da anni promuove il dialogo interreligioso e interculturale.
Il premio viene assegnato a personalità che, citando le parole del fondatore del premio, Jacob von Uexcull, hanno “onorato e supportato pratiche concrete e risposte esemplari alle sfide più urgenti che il mondo moderno deve affrontare”. Nonostante di religione musulmana, Dekha Abdi è legata a donne e uomini cristiani con cui cerca di superare le diversità istituendo il dialogo, dando alle donne un ruolo da protagoniste. Nel 1998 la comunità cristiana del Wajir, regione del nord del Kenya, subì violenze da parte di gruppi islamici. Dekha organizzò un comitato di donne musulmane che diedero vita ad una serie di incontri con la comunità cristiana, basati soprattutto sulla preghiera. Il comitato ben presto si allargò alle donne cristiane, ed ancora oggi è il principale promotore del dialogo in caso di conflitti religiosi o culturali nella regione.
Oggi la sua attività si svolge a Mombasa in collaborazione con molte associazioni e organizzazioni che hanno l’obiettivo di definire programmi per lo sviluppo e la riconciliazione a livello nazionale ed internazionale.